Elucubrato da saibal
Addì 19 giugno 2011

L’eredità digitale: ipotesi di progetto
Obiettivo
Il progetto prevede la creazione di un servizio che permetta, alle persone autorizzate, di ottenere legalmente le password degli account che il defunto ha deciso di lasciare in eredità.
Il servizio non vuole (e non deve essere) un archivio di password ma un elenco di nominativi legittimati a richiedere ad un sito specifico, previo controllo, l’autorizzazione ad entrare in possesso di un account.
Premessa
Immaginate di morire domani, anzi in questo istante. So bene che non sia un’ipotesi molto allegra ma comunque plausibile.
A parte il probabile dolore provocato ad amici e parenti, avete mai pensato a cosa succederà ai beni in vostro possesso, anche se non c’è un testamento olografo?
Parenti e/o coniugi diventerebbero beneficiari dei vostri beni mobili ed immobili in base a quanto prescritto dalla legge. Risalire alla banca in cui avevate il conto non è molto difficile; a parte rari casi, non sarà un mistero scoprire se eravate proprietari di appartamenti, automobili, barche, aerei o astronavi.
Ma per tutto il resto? Avete pensato al vostro conto Paypal? Quanti sanno che avevate un account creato solo per gli acquisti online? Gli eventuali soldi presenti che fine farebbero?
Il vostro account su Megaupload prevede ancora un anno di abbonamento già pagato. Perchè non sfruttarlo a favore di amici?
Per non parlare di quel generico sito con cui avete accumulato “crediti” da poter spendere per l’acquisto di musica o DVD. Rimarrebbero inutilizzati.
Ma non necessariamente devono esserci di mezzo i soldi per parlare di eredità.
Il vostro account DropBox contiene tante belle foto e molti video che costituiscono un gran ricordo per i vostri parenti e/o amici. Magari sarebbero interessati ad averli. Stesso discorso vale per il profilo su Facebook.
Oppure ancora avevate un’attività su eBay che, nel’arco degli anni, aveva accumulato più di 10.000 feedback positivi. Un vostro parente vorrebbe continuare i vostri affari ma sarebbe costretto ad aprire un nuovo account perdendo i giudizi acquisiti.
L’account Gmail contiene documenti importanti per il vostro lavoro. Alcuni colleghi potrebbero beneficiarne.
Potrei continuare ancora a lungo con gli esempi ma mi sembra chiaro il concetto: nell’era digitale si sta formando un nuovo concetto di eredità che si differenzia dal classico concetto di bene mobile/immobile a cui siamo abituati.
In un qualsiasi testamento olografo difficilmente verrebbe incluso un richiamo a tutti i siti appena visti.
La proprietà di un appartamento o di una moto, infatti, non cambia dal giorno alla notte; un account ad un servizio web sì. Oggi potrei avere tutte le foto su Flickr e domani averle spostate su Picasa.
Non è mia intenzione passare la vita (secondo l’ipotesi iniziale: quel poco che mi resta…) a riscrivere ogni volta, a mano, il testamento.
E se pensate che basti entrare in possesso dell’eventuale pc del defunto per risolvere il problema degli account vi sbagliate di grosso: non state pensando quadrimensionalmente [cit. dott. Brown].
Nel medesimo istante in cui state morendo, l’umanità si trova ancora nel limbo dell’era digitale: persone nate prima della comparsa di internet (molte delle quali ancora non sanno utilizzare un pc) stanno convivendo con giovani che la rete la dominano.
Ma tra 20/30 anni la situazione sarà ben diversa: esisterà un account per qualsiasi cosa e una buona fetta dei lasciti di una persona si baserà su quanto “posseduto” digitalmente.
Infine, per tornare ai tempi nostri, ripensiamo all’ipotesi di accedere al pc del defunto: se avete Windows senza password e con gli account memorizzati sul browser probabilmente farete un favore ai vostri parenti.
Nel mio caso, come in quello di tante altre persone, la situazione è più complicata e dubito che mio padre o mia madre abbiano le competenze e la fantasia di cercare le password su un file criptato su Linux.
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