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Giornalista infòrmati!

Giornalista infòrmati!


Caro giornalista italiano,
invece di continuare a diffondere notizie imprecise, ogni tanto usa Google e dai un'occhiata agli articoli scritti da persone che sicuramente non sono registrate all'albo come te ma che forse, in certi casi, potrebbero – e dico potrebbero – insegnarti cose nuove. Continua a leggere…

Premio Film-busta 2003

Premio Film-busta 2003


Il mio 2003 cinematografico, appena trascorso, di certo non passerà alla storia come un'annata da ricordare… almeno per quanto riguarda i generi thriller, avventura o action movie.

Pellicole come Il signore degli Anelli – Le due torri, Matrix Reloaded, La regola del sospetto, La 25° ora e pochi altri non possono di certo salvare una stagione in cui, a mio parere, non c'è stato nessun film in grado di farmi dire "cazzo che figata! non me l'aspettavo… geniale!"
L'ultima volta che sono rimasto veramente sorpreso è stato all'uscita del primo episodio di Matrix; tornando un po' indietro nel tempo mi ricordo il 1995 quando, nell'arco di due mesi, mi sono ritrovato a vedere due film che amo tantissimo: Seven e I soliti sospetti.

Il 2003, invece, mi sembra così vuoto. È probabile anche che mi sia perso delle chicche interessanti (non vivo in un cinema) ma rimango dell'idea che ci siano state stagioni nettamente migliori.
L'unico film che, forse, merita una nota per l'idea è In linea con l'assassino. Potrebbe essere noioso e scontato un lungometraggio ambientato unicamente in una cabina telefonica ma alla fine c'è il gusto della suspance e il prodotto finale non è male. Un po' come Ore 10: calma piatta, del 1989 con Nicole Kidman, girato unicamente su una barca e con tre attori in totale (oltre ad un cane).

Stabiliti i miei gusti in fatto di cinema, e ribadendo che sono opinioni strettamente personali, ho deciso di organizzare il premio:

FILM-BUSTA del 2003

Prima di continuare facciamo chiarezza su cosa sia "una busta".
Una busta è una sòla, una fregatura, 'na schifezza… a Napoli, ma non solo, si direbbe "un pacco".

In termini cinematografici, un film-busta è un film che ti fa venire la voglia di uscire durante l'intervallo; un film da cui ti aspetti tanto e invece, dopo le prime scene, vorresti riaccendere il cellulare e mandare i messaggini alla zia visto che non la senti mai; un film che, dopo un quarto d'ora che è iniziato, guardi la tua ragazza e le confessi di averla tradita pur di movimentare la serata; un film che, per la noia, inizi a contare le luci di cortesia sulle scale della sala… insomma: portatemi ad un torneo di canasta che mi diverto di più!

Tutto questo è un film-busta.

Fino al mese di dicembre, a dir la verità, non c'era in circolazione un film così brutto da meritare l'ambito premio. Ma poi, nell'arco di soli 7 giorni, la situazione è cambiata radicalmente.
Proprio quando il 2003 stava volgendo al termine, sono riuscito a vedere due pellicole veramente notevoli, roba da simulare un attentato dinamitardo e farsi arrestare pur di uscire quanto prima dal cinema.
Ma attenzione! Non sto parlando di "trash"; il trash è un prodotto d'autore e mai lo criticherei… qui sto parlando di film veramente senza senso e non capisco come venga in mente ai produttori di buttare i soldi… ah già! c'è gente cretina come me che li va a vedere.

Dato che tutti e due i film scelti meritano veramente, ho deciso di premiarli entrambi: uno l'ho affittato in DVD (ce l'avevo fatta a perdermelo nelle sale) e ha vinto nella categoria BLOCKBUSTER FILM-BUSTA 2003; l'altro me lo sono vomitato…ehmmm gustato nelle sale e ha sbaragliato la concorrenza nella categoria CINEMA FILM-BUSTA 2003.

Iniziamo dai soldi buttati nell'affitto del DVD.

Il monaco
bustafilm_monaco.jpg
Titolo originale: Bulletproof Monk
Nazione: Usa
Anno: 2003
Genere: Azione
Durata: 103'
Regia: Paul Hunter
Sito ufficiale: http://www.mgm.com/bulletproofmonk
Cast: Chow Yun Fat, Seann William Scott, James King
Produzione: Terence Chang, Charles Roven, John Woo
Distribuzione: 01 Distribution
Uscita prevista: 14 Agosto 2003 (cinema)

Wow! Mi ricordavo i trailer e la storia sembrava promettente. Potenzialmente era un action movie di tutto rispetto, in realtà ho capito subito perchè è uscito dalla programmazione così presto.
Io l'ho visto in due parti: la prima sera mi sono fermato poco dopo la metà perchè chi stava con me si è rifiutato, giustamente, di continuare nella visione di questo… ehmmm… bhò… film?
La seconda parte me la sono gustata il giorno dopo solo perchè avevo da stirare e non c'era nulla di meglio in televisione.

Per la trama dettagliata vi rimando a questa scheda: clicca e premi play.
Il risultato è geniale: prendete un filippino e travestitelo da monaco; aggiungete 3/4 di scene in stile "matrix denoantri"; non dimenticate una trama banale e scialba; terminate con dialoghi pallosi, frasi degne di confucio in gita al Colosseo, effetti speciali fatti in casa.
Ecco: tutto questo è il monaco.

L'inizio della storia fa subito presagire lo stile del film: è vero che Matrix ha fatto epoca ma vedere due monaci che sfidano la forza di gravità zompettando allegramente su un ponte sospeso è veramente troppo… per non parlare poi del superstupefacentefantrasmagorico effetto speciale che dovrebbe rendere più reale la cosa… ma vaffanculo!

Il seguito è ancora peggio: un capo nazista che, se nella seconda guerra mondiale aveva più o meno 40 anni, 60 anni dopo ne dovrebbe avere circa 100 (sempre se la matematica non l'ha inventata Berlusconi).
Anche se sta su una sedia a rotelle, è attivo come un ragazzino… nessuna forma di arteriosclerosi, nessun problema alla prostata, nessun femore rotto… ci manca solo che gli tiri ancora l'uccello e siamo a posto.
Le cose sono due: o a quello lì gli fanno le pere di roba ogni giorno, oppure ha mangiato per anni le minestre sane e genuine della "Valle degli Orti"… altrimenti non si spiega come sia così a 100 anni. Mio nonno ne ha 85 ed è già rincoglionito da tempo.

Per non parlare, poi, della cura nei dettagli. Ad un certo punto, infatti, muore l'amico cinese del protagonista.
Si vede che in America non è usanza preoccuparsi dei cadaveri dato che il ragazzo, appena scopre il corpo del defunto, non si preoccupa minimante di avvertire la polizia… no! Tira giù due o tre pensieri del menga e decide di andare via col monaco. Tanto la polizia non lo verrà mai a cercare, non risalirà mai a lui per fargli delle domande. No! Macchisenefrega se c'è un cadavere… lasciamolo lì a marcire, tanto nessuno se lo caga.

E delle sparatorie ne vogliamo parlare? Ad un certo punto c'è un elicottero talmente carico di armi che Rambo se lo sognava da piccolo. C'è una sparatoria in cima ad un grattacielo con questo elicottero che gira felicemente nei cieli della città; vengono tirati tanti di quei colpi che sarebbe dovuto intervenire l'esercito di mezzo mondo… altro che il Saddam lì. E invece? E invece succede che quelli se le danno di santa ragione sul tetto del palazzo; i proiettili, ovviamente, non fanno male a nessuno dei protagonisti; l'elicottero cade per strada e la polizia ancora non è arrivata.
Voglio dire: ad ogni ora del giorno, in ogni città del mondo, c'è sempre una signora rompicojoni che sta in finestra a farsi i cazzi degli altri. Se mi metto nudo in balcone mi arrivano i carabinieri dopo neanche 10 minuti e volete dirmi che un elicottero può sparare tranquillamente senza che nessuno si accorga di nulla se non dopo mezz'ora? Mavaccagare!

Vi risparmio l'analisi dettagliata della fine (calcolate sempre un casino di esplosioni, bombe, proiettili e nessuno dice nulla): il monaco ha trovato il suo erede, anzi i due eredi del segreto… e il ragazzo e la ragazza tromberanno felici per i prossimo 60 anni.

Leggendo questi commenti ho scoperto che, forse, sono stato un po' troppo critico. C'è gente che addirittura lo apprezza!Clicca e commenta

Resta il fatto che, per me, questo coso vince il premio BLOCKBUSTER FILM-BUSTA 2003 di cui fornisco una diapositiva:

busta_premio.gif

Le piccole gioie della vita

Le piccole gioie della vita


Certe volte ti capitano delle piccole cose che ti rendono felice… come quando trovi un quadrifoglio in un prato oppure vedi un bambino piccolo che gioca felice.

Come molti sapranno sono un cultore, non solo del mondo trash, ma anche di tutta la filmografia poliziesca degli anni '70.

Da "Roma violenta" a "La polizia brancola nel buio", da "Milano spara" a "Il giustiziere sfida la città" … tutti film che hanno segnato un'epoca.

Ebbene, oggi ho scoperto che un mio amico è fidanzato da tre mesi con la figlia di un mito.
E quando parlo di mito parlo del maggior rappresentante del genere "poliziottesco" all'italia, un attore che ha lasciato il segno… almeno per tutti gli appassionati come me.

Oggi ho scoperto che Michela è la figlia di Maurizio Merli… cazzo!!! Ho ancora i sudori freddi per l'emozione.

Ovviamente mi sono già prenotato per una maratona cinematografica in cui rividere tutti i suoi film… non vedo l'ora

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Il trash come stile di vita

Il trash come stile di vita


Fin da piccolo ho sempre avuto un'attrazione speciale per il trash: alle elementari mi piacevano le bambine cesse, alle medie mi piacevano le ragazze cesse… al liceo stavo insieme a donne cesse.
Questa propensione per l'orrido mi ha accompagnato nel corso degli anni, finendo poi per interessare non solo i miei gusti sessuali ma anche quelli televisivi, musicali, cinematrografici.

Oggi, oltre a continuare a stare con ragazze cesse (ma sto provando a cambiare), vengo attirato fortemente da tutto quello che può essere definito "spazzatura mass-mediatica": adoro i film della serie "Il ragazzo dal Kimono d'oro"; ascolto a rotella canzoni di autori sconosciuti… più fanno schifo e più mi emoziono; non mi perdo una televendita sulle reti locali; mi fanno impazzire le pubblicità realizzate con due soldi.

Il Garzanti dà una buona definizione del termine trash: "si dice di prodotto di comunicazione di massa (letteratura, cinema, televisione ecc.) che riflette un gusto scadente, volgare".

A questa spiegazione, però, manca quel quid capace di rendere appieno il reale significato della parola.
Trash, infatti, non è più una semplice sequenza di lettere… il trash è diventato qualcosa di più, è uno status, un modus vivendi (non so che cazzo voglia dire "modus vivendi" ma l'ho sentito una volta al Maurizio Costanzo Show).
C'è gente che basa la propria vita sul trash; ci sono persone che credono profondamente in questo stile di vita. Come dire: "il trash è per molti ma non per tutti".
È molto facile produrre o guardare distrattamente della spazzatura… ma è difficilissimo creare o apprezzare completamente un buon prodotto trash.
Non ci si può improvvisare "monnezzari" dal giorno alla notte. Artisti o semplici appassionati del trash si nasce, non si diventa… è una passione che nasce da dentro, dal profondo.

A questo punto sono in grado di rielaborare la definizione precedente, tentando di impostare un vero e proprio slogan per un possibile manifesto:

"Trash è qualsiasi prodotto di comunicazione di massa che riflette un gusto scadente, rozzo, provinciale, tremendamente diretto, capace di suscitare profonde emozioni negli appassionati del genere.
Altresì il Trash è uno stile vita con un'anima propria: il modo di vestirsi, di parlare, di muoversi, di agire rispecchia totalmente i canoni classici di un' esistenza devota alla produzione di spazzatura d'autore.
"

Avete capito la sostanza del mio discorso? Esatto! È proprio la capacità di suscitare emozioni che differenzia la semplice spazzatura dal trash!
Ad esempio quando vedo un film con Alvaro Vitali oppure ascolto una canzone di Gianni Drudi non rimango indefferente. Anzi il mio corpo reagisce con una serie di segnali e di azioni inequivocabili: mi viene la pelle d'oca, penso a tutto il background che sta dietro la realizzazione di quell'opera, osservo con attenzione il tipo di recitazione, l'atmosfera, la scenografia…

Posso dire, in modo fermo e sicuro, che un buon prodotto trash è meglio di una scopata! (se vi trombaste quelle che mi trombo io anche voi la pensereste così…)

L'estate è sicuramente il periodo migliore per fare una bella ful immerscion in questo mondo. La gente è in vacanza, i ritmi si rallentano… e la televisione puntualmente, come i magistrati di Milano quando non hanno un cazzo da fare, ritirano fuori i vecchi scheletri dagli archivi.

Eh sì! Perchè purtroppo i prodotti trash non sono visti di buon occhio dalla gente comune. Vengono tenuti nascosti in vecchi scaffali in qualche sperduta cantina fino a quando, nel momento del bisogno, vengono spolverati e rimessi in circolazione.
Oppure peggio ancora – quasi a voler bollare come perversi chi li guarda – vengono passati in orari impossibili o su emittenti (radiofoniche e televisive) sconosciute…
Ma gli amanti del trash non demordono, non si fanno certo fermare da queste difficoltà. I fans se ne fregano di quello che pensa la gente, se ne fottono del fatto che rischiano l'emarginazione dalla società. I monnezzari amano e sostengono il prodotto trash… sempre e comunque. Siamo una setta e ce ne vantiamo!

Potrei aprire una rubrica periodica sui prodotti degni di nota… e credo lo farò. Per questa volta mi limito a segnalarvi alcune chicche che, in questo periodo estivo, sono diventate vere e proprie regine incontrastate della televisione italiana.

Inizio con l'annunciare, non senza emozione, che è tornato a girare uno degli spot che hanno fatto la storia della pubblicità italiana.
Un omino in bicicletta gira in mezzo al traffico caotico di una moderna metropoli, sulle spalle porta un attrezzo del mestiere di dimensioni enormi. Quasi subito viene fermato da un vigile in divisa.
Se ancora non avete capito, il dialogo finale dovrebbe chiarirvi le idee:

- Imbianchino: "Per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande"

- Vigile: "Non ci vuole un pennello grande ma un grande pennello!"

Parte lo slogan: PENNELLI CINGHIALE

Sipario, applauso.

Controllate il braccio… vi è venuta la pelle d'oca vero? Anche a me.
Ma non fermiamoci qui, analizziamo a fondo questo emblema della pubblicità trash italiana.

Tralasciando il significato sessuale che può assumere lo spot (gira voce che anche Rocco Siffredi abbia utilizzato la frase del vigile in un suo film hard) vediamo i caratteri salienti del filmato.
Innanzitutto balza alla nostra attenzione l'età del prodotto. Guardando il colore dell'autobus, il tipo di macchine in circolazione, i vestiti, la qualità della pellicola si può desumere che sia stato girato approssimativamente 200/300 anni fa… Sandra Milo era ancora una bambina.
La cosa bella è che alla ditta Cinghiale devono essere rimasti veramente soddisfatti se, dopo 20 anni, non hanno rinnovato la campagna.

Come non parlare, poi, della grande prova recitativa dei due attori. L'imbianchino, che ormai sarà morto sotto il peso del pennello da 5 quintali, aveva la stessa espressività di una triglia al mercato del pesce; la dizione non sembra essere il frutto di studi all'Actor's Studio e lui non è certo la risposta italiana a Paul Newman.
Il vigile, che sembra avere alle spalle qualche anno di esperienza in più, ce la mette tutta per essere credibile ma lo penalizza, forse, lo sforzo fatto per soffiare nel fischietto.
In ultimo, ma non meno importante, il fatto che la voce utilizzata per recitare lo slogan sembra essere quella sentita e risentita nei vecchi "Carosello"… veramente un salto nel passato.
Come avrete notato, gli ingredienti per un buon prodotto trash ci sono tutti… in special modo se aggiungiamo che lo spot sia stato riproposto ad anni luce di distanza dalla sua realizzazione.

Prima di concludere l'analisi, mi viene spontaneo ricordare un altro simbolo – di preistorica memoria – in lizza con i pennelli Cinghiale per diventare lo spot più brutto del secolo.

Qualcosa come "Da bere con gli amici, in compagnia, in ogni momento" e un sottofondo musicale di Mina vi ricorda qualcosa?

Aggiungo questa immagine e dovremmo essere a cavallo:

spot_tassoni.jpg

Fenomenale! È un po' che non si vede in giro ma lo spot della cedrata Tassoni è veramente un'opera magna del trash. La cosa interessante è che, al giorno d'oggi, la maggior parte dei ragazzi non abbia minimamente idea di cosa sia e come sia fatta una cedrata… ma alla Tassoni se ne fregano e pagano ancora per far girare la campagna… stoici!

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