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Habemus intervistam: segreti e tendenze del Web Publishing

Habemus intervistam: segreti e tendenze del Web Publishing


Una volta avevo un sogno: approdare al Maurizio Costanzo Show. Nel 2004 il programma venne sospeso e il sogno si infranse.
Sebbene nel 2007 si sia tornati ad una puntata a settimana ormai mi sono prefissato un altro obiettivo: partecipare come comparsa ad un film porno diretto da Rocco Siffredi. La strada è irta di ostacoli ma già una mia intervista pubblicata su Internet potrebbe servire alla causa. Ricomincio da qui.
La serie di domande è stata realizzata da Roberto Trizio e pubblicata sul sito Alground.com.
Buona lettura… Rocco, I'm coming!

Lorenzo Forti comincia la sua carriera nel 2000, quando il fondatore di Html.it Massimiliano Valente, lo fa entrare nella sua squadra. E da allora, è diventato uno dei migliori webmaster italiani. Consigli, opinioni e dritte per gli utenti che vogliono capire Internet e per coloro che vogliono aprire un sito, da un simpatico IT Manager.

Buongiorno Lorenzo. Ringraziandoti per questa intervista, ti chiedo: sembra che il web sia nato 1.0, nel senso: il webmaster offre dei contenuti, l'utente li legge. Ora si sarebbe arrivati al web 2.0: il proprietario del sito offre una piattaforma, e gli utenti aggiungono, modificano o cancellano il contenuto. A guardare YouTube si direbbe che è un sistema estremamente efficace. Ma ha qualche difetto, secondo te, questo web 2.0?

Indubbiamente sì. Dal punto di vista tecnico, ritengo che il difetto più grande del cosiddetto web 2.0 sia proprio il suo nome: lo sbaglio sta nell'avere etichettato un generico stato di Internet, proponendolo come una rivoluzione che dà un taglio netto al passato. Personalmente, mi ritrovo fra quelle persone che sostengono la non esistenza del web 2.0, o meglio, il 2.0 altro non è che la naturale trasformazione del www.
E' vero che oggi possiamo editare contenuti e partecipare attivamente alle comunità, ma questo non è altro che una semplice evoluzione degli strumenti che prima erano già presenti. Facciamo riferimento per esempio alla BBS, in cui c'era una partecipazione degli utenti in una sorta di forum, che poi si è evoluta come strumento assumendo la forma che conosciamo oggi, il che non ha fatto sì che si parlasse di web 2.0 o 1.5.
Dal punto di vista tecnologico, si è passati solamente ad una naturale evoluzione degli strumenti presenti prima, un pò come succede quando c'è una nuova versione del linguaggio, da Php 3 a Php 4 o da Asp a Asp.net: non c'è una vera e propria rottura con il passato, dal punto di vista tecnico è naturale essere passati all'utilizzo di Ajax, Xml e Rss che poi sono tecnologie che già esistevano nel passato, non sono nate due anni fa.
La stessa cosa per quanto riguardo l'ambito strettamente sociologico: il blog, che poi è lo strumento principe del 2.0, non è altro che l'evoluzione dei siti web personali.
Già prima, 10 anni fa o qualche tempo dopo, c'era la voglia di conoscere nuove persone e far leggere al mondo le proprie idee, solo che oggi tutto questo è molto più facile.
Se prima l'utente per condividere le proprie foto doveva saper costruire un sito in html, oggi basta registrarsi a siti come YouTube piuttosto che ad una comunità di condivisione foto… ed ecco che forse non c'è una enorme rottura con il passato, si è solamente andati avanti nel cammino intrapreso tanti anni fa.
Come difetto, direi che l'aver inflazionato questo nome ha portato ad abusare degli strumenti classici del cosiddetto web 2.0: sembra quasi che oggi non si possa pubblicare un sito senza il feed rss per qualsiasi occasione o Ajax o altri strumenti che spesso non sono necessari.
Attenzione, non sono contro le tecnologie, anzi, dico solo che sono contro gli estremismi. Dover pubblicare un sito nel nome di web 2.0 e riempirlo di tool che sono caratteristici di questa cosiddetta era moderna, in molte occasioni porta a creare confusioni all'utente. Diciamo che ad oggi abbiamo strumenti interessanti che fino a qualche anno fa non c'erano: utilizziamoli con parsimonia.
Abbiamo un pò voluto enfatizzare questa cosa, e abbiamo dei siti con dei tool non necessari e superflui, e molti siti che poi si assomigliano data la presenza di stessi strumenti.

Tu sei indubbiamente uno dei webmaster migliori del web italiano e…

Ah, dai, bè, esagerato. Apprezzo comunque il complimento… Diciamo che ho avuto la possibilità di farmi conoscere, questo sì.

…e allora, dalla tua esperienza vorrei dirti: tutti gli utenti che vogliono aprire un sito devono studiare o utilizzare strumenti tecnici. però… diciamo… niente che uno non possa imparare leggendo o chiedendo nei forum tecnici. Ma io vorrei sapere qualcosa che nasce dall'esperienza umana del webmaster e non si trova scritto in giro. Cosa fa un bravo webmaster? a cosa pensa? cosa valuta? a cosa sta attento?

Mi permetto un attimo di porre l'accento sulla parola webmaster, che hai usato in questo caso.
Rispetto a 10 anni fa, che poi è la data in cui mi sono affacciato su Internet, il webmaster era un'unica figura che portava avanti tutto il processo di realizzazione di un sito: si occupava del contatto con il cliente, della realizzazione grafica, del codice, della redazione dei testi. Oggi non è più così, perchè c'è un livello di specializzazione altissimo e quindi darei quasi per defunta la figura del webmaster in quanto factotum del web.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, credo che sia importante specializzarsi in un determinato ambito o meglio specializzarsi in un ambito rispetto ad altro, concentradosi ad esempio sulla programmazione: in quel caso non sarà necessario conoscere programmi di grafica come Photoshop anche perchè poi a tutt'oggi, visto il livello di specializzazione di certi software, è molto difficile che si raggiunga un alto livello sia in ambito di programmazione che in ambito grafico, è difficilissimo ad esempio conoscere Photoshop al 100%. Un cosiddetto webmaster deve poi sapersi guardare in giro, deve avere la percezione di quello che sta succedendo in rete, deve sapere che cosa sia una tagcloug o un cms, anche perchè l'utilizzo oggi è anche abbastanza semplice.
Ma, ripeto, deve sapersi specializzare, anche perchè sarà facile per un programmatore incontrare un grafico che faccia al suo caso, basta andare in una comunità di social networking e le due figure si incontreranno facilmente, compensandosi.
Penso, visto che il mercato richiede figure professionali che una volta non c'erano e livelli di specializzazione altissimi, ci si debba concentrare su uno specifico campo. Se si vuole fare il programmatore ci si concentrerà sui linguaggi più utili per la costruzione di siti web, se si vuole fare il grafico bisogna concentrarsi su altri programmi, fermo restando che un'occhiata su quello che accade attorno è necessaria.

Internet è globale. Ma l'Internet italiana non ti sembra un pò chiusa in se stessa?

Sì, da un punto di vista comunicativo l'unico grande handicap per il nostro paese e dunque per la nostra rete è la lingua. Proprio perchè l'inglese è la lingua ufficiale della rete, i nostri contenuti sono in un certo senso penalizzati: credo che in Italia ci siano realtà buone per quanto riguarda il contenuto, ma che siano rimaste chiuse proprio per la questione della lingua. Sarebbe interessante se ci fosse uno strumento efficace, non come i traduttori di oggi, che possano tradurre in modo istantaneo un sito dall'italiano all'inglese.
Spesso mi capita di pensare che se Html.it potesse essere tradotto sarebbe in grado di ritagliarsi una buona fetta anche oltreoceano.
Ancora non è possibile realizzarlo anche perchè in Italia manca la voglia, il tempo per poter tradurre un sito di grosse dimensioni. Va da sè che l'operazione non solo costerebbe molti soldi ma potrebbe portare via anche parecchio tempo: è proprio questo l'unico neo dell'Internet italiana, non sono i contenuti, anzi, spesso i contenuti italiani possono essere superiori a contenuti americani dove la diffusione di internet è sicuramente maggiore. Poi questo discorso dell'internet italiana può essere fatto anche da un punto di vista più tecnico, riguardo la banda larga.
In Italia abbiamo ancora grossissimi problemi di banda, finchè non saremo raggiunti tutti dall'Adsl, saremo sempre un pochino in ritardo, basti pensare ai prezzi, basti pensare che in parecchi posti in Italia ancora internet non raggiunge tutti oppure si spera sempre di non avere problemi di connessione perchè contattare il proprio operatore è un'operazione che spesso porta stress e non si risolve nulla. Questi sono forse i caratteri che fanno dell'internet italiana un'internet un pò chiusa in se stessa.

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