Anche se non seguo assiduamente nessun blog in particolare, una qualche idea su questo nuovo "fenomeno mediatico" me la sono fatta.
Eh sì! Perchè oggi parleremo proprio della blogosfera, ovvero del mondo dei bloggers, ovvero delle "persone comuni" che si ritagliano, in modo semplice e veloce, un libero spazio nella libera rete.
Non importa se si parla di temi impegnati o frivoli, di politica o di uncinetto, di calcio o di gossip; l'importante è potersi esprimere.
La novità fondamentale sta nel fatto che, con questo medium, si può finalmente sperare di avere voce in capitolo. Tutti possono "parlare" di tutto, senza distinzione di età, senza restrizioni, senza classificazioni; apparentemente senza regole se non quelle del buon gusto e delle correttezza morale (che a mio avviso dovrebbero essere superiori alle stesse leggi scritte).
Bhè, se non è una rivoluzione questa.
È facile capire, quindi, che io sia nettamente a favore del fenomeno blog.
"A favore"… perchè? C'è qualcuno che è contro?
Basta leggere un qualsiasi libro sul tema per accorgersi che alcuni esponenti del mondo giornalistico, ma non solo, abbiano mosso aspre critiche a questo nuovo medium.
D'altronde non hanno neanche tutti i torti. L'onda in piena dei bloggers ha colto di sorpresa chiunque; i blog nascono e muoino con una facilità disarmante… bastano pochi clic e si è online con una platea virtualmente infinita; manca ancora una legislazione chiara e precisa in materia; il mondo stagnante degli old media e della comunicazione tradizionale (giornali, televisione, radio) si ritrova un rivale di tutto rispetto che, in barba ad associazini e corsi di giornalismo, permette a chiunque di farsi sentire.
I temi di discussione senza un quadro ben preciso sono ancora molti: è vero giornalismo? O non lo è? Si fa della pura informazione o è solo "chiacchiericcio"? Chi scrive un qualsiasi blog deve essere paragonato ad una testata giornalistica? Chi risponde in prima persona? La libertà di parola rischia di tramutarsi in diffamazione? Come la mettiamo con il diritto di replica?
Insomma, oltre ad un bel casino iniziale, c'è da annotare che, per la semplicità d'accesso e d'uso, i blog possono far paura.
In attesa di una maggiore chiarezza in materia, quello che – a mio avviso – non dovrebbe mai mancare all'autore di un blog è il giusto equilibrio tra libertà di parola, diritto di cronaca e correttezza.
Una moralità coi controcojoni insomma.
Tutto questo malloppone per dire che certe volte si trovano blog in cui manca lo stile. Cosa intendo per "stile"?
Ma è semplice. Avere stile significa scrivere articoli (o post, fate voi) che vadano oltre "il fare pagine viste a tutti costi"; che vadano oltre "il farsi conoscere a tutti i costi"; che vadano oltre "il far parlare di sè a tutti i costi".
In questi casi lo stile lascia il posto al "sensazionalismo", altro termine da spiegare.
Dal vocabolario online di Virgilio:
sensazionalìsmo
s. m. solo sing.
la propensione a diffondere notizie sensazionali o a rendere sensazionali le notizie che non lo sono